Letizia Ragaglia: Aria nuova al MASI
A partire da gennaio del 2026, Letizia Ragaglia, assumerà la posizione di direttrice del MASI di Lugano, prendendo il comando del museo dopo il Dr. Tobia Bezzola. Quale eredità e quale futuro per il Museo Cantonale d’Arte del Ticino?
Il MASI saluta il suo direttore, Tobia Bezzola, dopo 7 anni. Laureato in storia dell'arte e filosofia presso le università di Berna, Zurigo, Parigi e Roma, e dopo aver conseguito il dottorato in filosofia nel 1992, Bezzola ha lavorato come assistente di Harald Szeemann e come curatore presso il Kunsthaus Zürich fino al 2012. Successivamente è diventato direttore del Folkwang Museum di Essen, dove è rimasto fino all'incarico a Lugano nel 2018.
Cosa lascia in eredità Bezzola? Materialmente: il Fondo librario di Leonardo Bezzola, con circa mille oggetti e libri, e simbolicamente, sette anni di attività varia, difficile da riassumere in una sola frase. Nel programma, un posto particolare era riservato alla fotografia (Eugenio Schmidhauer, Luigi Ghirri, Werner Bischof, James Barnor, o l’indimenticabile mostra dedicata ai cani di William Wegman), alle opere della collezione del museo principalmente dalla fine del XIX e l'inizio del XX secolo (tra cui l'ultima mostra Ferdinand Hodler – Filippo Franzoni), e a iterazioni di selezioni della prestigiosa collezione Olgiati, ad esempio con prestiti di opere di Yves Klein, Arman, Piero Dorazio, Giacomo Balla e altri. La presidente della Fondazione MASI in uscita nel 2024, Carmen Giménez, e il suo successore, Henry Peter, erano particolarmente orgogliosi della mostra Calder: Sculpting Time, che avrebbe dovuto rappresentare le ambizioni della Fondazione del museo. Negli ultimi anni ci sono state anche alcune esposizioni di pittura, e con uno sguardo retrospettivo, si possono elencare mostre di Luisa Gagliardi, Ernst Ludwig Kirchner, Thomas Huber, Alexej von Jawlensky, Rita Ackermann, Paul Klee, Albert Oehlen e Nicolas Party.
Nel resoconto annuale delle attività del museo, Henry Peter e Tobia Bezzola scrivono che i principali criteri di scelta del programma nel 2024 sono stati «la creazione contemporanea, la fotografia e la storia dell'arte del nostro territorio» (rapporto annuale 2024, p. 6), anche se si può considerare che questi criteri siano stati costanti, considerando il programma degli ultimi sette anni. Quanto il MASI, come istituzione, sia una piattaforma di partecipazione attiva nel discorso sull’arte contemporanea è relativamente difficile da misurare, anche se ha ospitato mostre di vincitori di vari premi artistici come il premio Manor o Bally. Vogliamo sperare che il consiglio di Fondazione del MASI abbia a cuore gli interessi e gli obiettivi del museo, motivo per cui ha scelto Letizia Ragaglia come nuova direttrice.
Letizia Ragaglia: attenzione alle artiste donne e a pratiche performative internazionali
Letizia Ragaglia ha 15 anni di esperienza in ruoli direttivi, prima presso il Museion di Bolzano, dove ha iniziato la sua carriera come curatrice, e poi dal 2021 al 2025 come direttrice del Kunstmuseum Liechtenstein. Nella sua pratica di gestione delle istituzioni culturali, sottolinea di prestare particolare attenzione alla presenza di artiste donne e ai criteri di inclusività e diversità nelle mostre e nella collezione. La sua ricerca curatoriale che permane dalle sue programmazioni passate sembra essere impostata sulla performance, le installazioni sonore, e su pratiche artistiche fondate sulla ricerca dell’identità e su strategie di storytelling.
Ragaglia stessa scrive che il compito dei musei di arte moderna e contemporanea è «una rivalutazione radicale e una ridefinizione del passato» (Kunstmuseum Liechtenstein, rapporto annuale 2022, p. 19), perché il rapporto critico con la realtà è inscindibilmente legato all’attività artistica. Anche se rispetto alla precedente direzione del MASI non si può dire che questa sia una vera e propria rivoluzione generazionale, dato che Letizia Ragaglia, originaria di Treviso in Italia, è nata nel 1969, lo sviluppo dei musei da lei diretti si è comunque orientato secondo un modo di pensare contemporaneo alle istituzioni culturali.
Da Bolzano a Vaduz a Lugano
Come Bezzola, anche Ragaglia ha studiato filosofia e storia dell’arte. Nel 2002 è arrivata a Bolzano assumendo il ruolo di curatrice presso Museion. Nel suo percorso ha ricoperto anche vari incarichi onorifici, tra cui quello di membro della giuria della 54ª Biennale di Venezia nel 2010. Al museo dell’Alto Adige ha ospitato e curato una serie di nomi famosi della collezione italiana di Enea Righi e di quella tedesca di Goetz, oltre a mostre personali di Monica Bonvicini, Isa Genzken, Teresa Margolles, Carl Andre, Paweł Althamer, Danh Vo, Tatiana Trouvé, John Armleder, Liliana Moro, Haim Steinbach e Karin Sander, per citare solo qualche esempio.
Nel Kunstmuseum Liechtenstein, il carattere delle esposizioni è leggermente cambiato rispetto a Museion di Bolzano, soprattutto a causa della priorità data alla presentazione della collezione in quasi ogni mostra. Anche la mostra inaugurale del programma di Ragaglia, intitolata C4, era composta da quattro mostre separate che dialogavano con un’opera della collezione. Gli e le artisti e artiste emergenti invitati da Ragaglia includevano Nazgol Ansarinia dall’Iran, in dialogo con un lavoro di Absalon Cellule Nr. 5; Mercedes Azpilicueta dall’Argentina con un’opera di Anne Marie Jehle; Invernomuto con opera di collezione di Pino Pascali Ponte levatoio; e l’afroamericana Diamond Stingily con una natura morta barocca di Franz Werner von Tamm. Le mostre successive a C4 hanno invece presentato artiste affermate come Candida Höfer, Ana Lupas, Bethan Huws e Liliana Moro, quell’ultima già presente nel programma del Museion.
Tra il 2022 e il 2024, il Kunstmuseum Liechtenstein ha acquistato oltre 80 opere d’arte, principalmente di donne (con una proporzione di artiste donne rispetto agli uomini di circa 5 a 3), da più di 35 gallerie di Svizzera, Italia, Spagna, Francia, Germania, USA, Grecia, Polonia e Austria. Ciò dimostra che Letizia Ragaglia si impegna non solo a valorizzare le artiste donne, ma anche il suo interesse per la scena artistica internazionale e la sua diversità. Tuttavia, bisogna armarsi di pazienza, perché il futuro programma del MASI rimane ancora avvolto nel mistero e possiamo solo ipotizzare una prossima rivoluzione o, al contrario, il mantenimento dei criteri programmatici degli anni passati.